Che tipo di artisti vogliamo essere?
Che tipo di artisti vogliamo essere?
Se non si è liberi come esseri umani non si è liberi come attori o attrici. È di libertà emotiva che stiamo parlando.
Senza la libertà emotiva non può esserci realtà dell’azione (fondamento della recitazione). Quando recitiamo stiamo esprimendo noi stessi all’interno di una circostanza immaginaria data. Qualcuno potrebbe obiettare che in scena non dobbiamo esprimere noi stessi ma l’essenza autentica del personaggio. Personalmente prendo le distanze da affermazioni simili; come può esprimersi un personaggio se non grazie all’essere umano di cui si serve? E, ancora, come può esprimersi pienamente se lo strumento di cui si serve, l’essere umano, non è libero emotivamente? Del resto, per dirla alla Renzo Casali, “L’attore che esprime sé stesso tramite una situazione immaginaria, è un apostolo del teatro” (Antropologia dell’attore).
Non è un caso se continuo a dire ai miei allievi che il personaggio, di fatto, non esiste.
Ma cosa significa essere liberi? Cos’è la libertà emotiva?
Affermare di essere liberi emotivamente spesso può portare antipatie verso chi lo afferma. Non ne vedo il motivo. Essere liberi non è motivo di vanto. Non è essere più belli, più buoni, più bravi, più furbi, non è essere migliori di qualcun altro. Essere liberi emotivamente è una scelta, sempre.
Essere liberi emotivamente è la condizione naturale dell’essere umano, perlomeno quella che dovrebbe essere.
È accettare quello che si è.
È accettare i propri limiti e scegliere se superarli o meno in base a ciò che si desidera.
È non adottare alcun artificio mentale (per non mentire a sé stessi) pur di non trovarsi in una determinata situazione di disagio.
È non essere costretti a fare ciò che non si vuole fare.
È fare ciò che si desidera fare (è sempre possibile, a volte ci vuole del tempo ma intanto possiamo compiere azioni coerenti, anche piccole, con ciò a cui si ambisce).
È accettare i sentimenti e le emozioni altrui, anche se possono farci male o farci sentire a disagio e accettare di viverlo, questo disagio.
È non mentire, mai.
È non aver paura di quello che si sente perché noi siamo quello che sentiamo. Aver paura di ciò che sentiamo significa aver paura di noi stessi.
A volte ci troviamo a compiere azioni che non sono coerenti con ciò che sentiamo. Essere liberi, in questo caso, è avere la consapevolezza che quello che stiamo facendo non è in linea con le nostre emozioni, è avere la consapevolezza del motivo per cui ci stiamo comportando in quel determinato modo e predisporre la nostra vita affinché non si ripeta.
Essere liberi emotivamente è accettare di essere vulnerabili.
Esistono attrici o attori professionisti che non sono liberi emotivamente? Sì.
Esistono attori o attrici professionisti liberi emotivamente? Sì.
Dipende da noi scegliere che tipo di attori o attrici vogliamo essere.
Francesco Scarpace Marzano
Direttore artistico Anime Sceniche