“Vivere sinceramente una circostanza immaginaria data” – Cosa significa?
“Vivere sinceramente una circostanza immaginaria data” è l’aspetto su cui si basa tutto il lavoro di recitazione e ricerca in Anime Sceniche. Ma cosa significa realmente?
Noi tutti nasciamo onesti, sinceri; reagiamo d’istinto a ciò che ci circonda. Tuttavia, man mano che cresciamo, iniziano a dirci cosa fare e cosa non fare, “questo non si dice, questo non si fa”. Più avanti le cose peggiorano: arriva una fase della nostra vita in cui ci verrà insegnato cosa pensare e cosa non pensare e poi, ancora oltre, impariamo a non seguire più il nostro “sentire”. Così, crescendo, ci abituiamo a filtrare i sentimenti, le sensazioni, grazie a un “pensare” che va nella direzione opposta. Questo non è buono per la nostra recitazione.
Ci sarà capitato di sentirci dire: “non pensare!”. Ma è assurdo pretenderlo. Diventa invece importante imparare a instaurare una relazione diversa con il proprio pensiero. Una relazione che non va verso la repressione, ma verso la moderazione.
- Reprimiamo quando pensiero e sentimento percorrono strade diverse, nulla a che vedere con recitazione e ricerca.
Col tempo crediamo che quel che pensiamo sia vero, ma la cosa terribile è che non è così. Riteniamo che quel che pensiamo sia logico, ma il “sentire” è fuori dal nostro controllo. Ed è a questo punto che il pensiero interviene e lo fa, appunto, in direzione opposta rispetto a ciò che sentiamo. Questo aspetto riguarda tutta la nostra società, anzi, è proprio da questa che abbiamo imparato a sentirci in un modo e a comportarci in un altro. Per fare un esempio, pensiamo a quando qualcosa che ci succede ci causa un sentimento. Ebbene, se lo percepiamo come minaccioso la testa interviene immediatamente per permetterci di fuggire da ciò che sentiamo. Ciò si traduce in comportamenti fortemente nevrotici: alcuni iniziano a ridere o a lusingare il prossimo perché ne hanno paura, altri diventano freddi o aggressivi nei confronti di un’altra persona perché ne sono attratti. Siamo così spaventati! Il problema è che, con il tempo, siamo talmente abituati a comportarci così che non siamo più noi stessi perché DIVENTIAMO i nostri meccanismi di difesa. Ecco perché può essere utile andare nella direzione della moderazione.
- Moderiamo quando pensiero e sentimento percorrono la stessa strada, come recitazione e ricerca.
È in questo modo che la mente può aiutarci a capire cosa può essere utile fare o meno e, dunque, se mi trovo di fronte a un sentire percepito come minaccioso, non lo reprimo. Se sono attratto da qualcuno non reprimo questo sentimento, ma non agisco nemmeno seguendo tutti gli impulsi perché l’altra persona potrebbe non accettarlo. Mi prendo dunque il tempo per capire quali impulsi seguire e quali no fino a quando non si instaura una relazione (che non sarà necessariamente di tipo sentimentale).
Per concludere, reprimere è andare nella direzione opposta al sentire, moderare è stare con il proprio sentire, prendendosi il tempo per imparare a comprendere cosa mi fa stare a mio agio e cosa no. Possiamo saperlo solo noi, nessuno può dircelo. Ma saremo sicuri di fare la cosa giusta se in tutto questo meccanismo non scappiamo dal sentimento, qualunque sia la conseguenza. È un lavoro lungo e doloroso. Nella maggior parte delle relazioni che abbiamo è difficile essere onesti perché gli altri non lo sono con sé stessi. Se noi diciamo loro la verità, a loro non piacerà.
Come artisti dobbiamo costantemente lavorare sulla capacità di essere onesti perché ciò che ci circonda ci spingerà sempre nella direzione opposta.
Questa è la base della recitazione: riacquisire la capacità di essere onesti perché solo così sarà possibile “vivere sinceramente una circostanza immaginaria data”. In questo modo, il nostro sentire e il nostro pensare andranno nella stessa direzione.
Non è una brutta cosa anche per la nostra vita fuori dal palcoscenico, non credete?