Sei quello che vedo
Mi avvicino allo specchio per cercare fuori di me.
Qualcosa dovrà pur arrivare in superficie.
Mi chiedo se leggere il proprio volto sia più semplice del guardarsi da dentro.
Il cuore sa sentire ma interpreta con il giudizio e ammonisce con la morale.
I suoi voli sono sprazzi di libertà tra le reti delle regole che si è dato.
Invece un volto si legge. Parla e si ascolta.
Guardo il mio allo specchio per scoprire cosa sento.
Mi guardo come fossi un’altra donna.
Vedo quelle rughe sulla fronte indurite da un pensiero,
lo sguardo supplichevole di un assetato.
Mi commuove e piango. Piango per lei, per quello che sto leggendo sul suo volto
e che diventa reale solo adesso che arriva da fuori.
Sta accadendo qualcosa, piange anche lei.
E mentre piango rido perché un pensiero mi porta via.
Lei mi chiede “stai ridendo?”, “sto ridendo!”, “stai ridendo?”
“stai ripetendo”, “sì, sto ripetendo”…
di Ines Capone – allieva Gruppo di Ricerca di Primo Anno Anime Sceniche – Anno accademico 2017/2018